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La scienza è democratica, o è di regime

“La scienza è unificante, non ha partito e riduce le disuguaglianze”. Finalmente oggi  sul Corriere (24 gennaio, pag. 3) la voce saggia di Fabiola Gianotti, direttrice CERN, contrasta la cantilena, cui la gente rischia di credere, che “la scienza non è democratica”. Attenzione però: la scienza avrà le qualità che sapremo conquistargli. L’ottimismo della scienziata, che la scienza produca sempre del bene, rischia di essere ingenuo. Dobbiamo vigilare, perchè la scienza di regime non è democratica, separa, accresce le disuguaglianze. E’ la scienza di regime che legittima le leggi raziali, i brevetti sui semi dei contadini, lo sfruttamento. Scrive Gianotti che a garantirci sul progresso in bene è che la scienza si fonda sui fatti. In realtà la conoscenza e la scienza (che ne è una particolare espressione) non sono garantite dai semplici fatti, ma dal metodo coerentemente ai fenomeni. Il dato, per il semplice essere dato, non è soggetto a limiti. E’ il metodo il punto da curare, saggiamente, col dibattito, duro a volte, accettando che la scienza non è fotocopia del dato, ma un processo che regola proficuamente le controversie intorno ai fenomeni e mette in discussione il proprio metodo. Per questo è libera, non è riservata a una elite, all’autorità, ma accessibile a tutti con regole di qualità e chiare, democratica appunto. Occorre battersi perché non sia occupata da un’economia e una politica che uccidono, anche oggi. Troveremo, dunque, che ogni tempo ha scelto e divinizzato i suoi scienziati di regime, ma il futuro è degli scienziati liberi

One Comment

  1. Roberto Bassi Roberto Bassi 28 Febbraio 2018

    E’ democratica perchè aperta a tutti. Ma vale la bontà degli esperimenti e dei ragionamenti che li interpretano. Non il numero di chi è favore o a torto. Cioè democratica si, assembleare no.

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