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Biologico, la nuova scommessa per riscoprire la «Campania felix»

Carlo Triarico. Il Mattino, 29 settembre 2018, pagg. 31 e 50

Mattino Triarico

Mi pare quanto mai importante la riflessione delle Università napoletane con «Il Sabato delle Idee», stamane alle 10 nella Reggia di Portici, sulla bioagricoltura e sulla sua sostenibilità dell’ attuale sistema di approvvigionamento alimentare a fronte dei dati critici della Fao sulla crisi agroalimentare. Dati che lanciano l’ allarme per l’ aumento della fame in molte aree del pianeta e una concentrazione dei benefici lungo la catena del valore su una élite sempre più ristretta, come mostrano anche i dati Onu Unctad. Alcune inequivocabili risposte erano già emerse nel convegno internazionale di agricoltura biodinamica, quando nel novembre 2016 avevamo scelto di portare proprio a Napoli con oltre mille partecipanti, tra cui i maggiori esperti del settore, buyer e investitori. Tutti pronti a scommettere sul Sud come motore di un nuovo sviluppo economico legato all’agricoltura dell’ universo bio. Allora l’ ipotesi di un polo campano per la ricerca e la formazione in agricoltura biologica e
biodinamica, in ossequio alle linee guida del Piano nazionale di sviluppo del Mipaaf, fu respinto e abbandonato per le forti resistenze di una parte minoritaria dell’ accademia. Il tema oggi si ripresenta ancor più attuale sotto la spinta della vertiginosa crescita del settore, che ormai in Italia impegna 80mila aziende agricole e genera un fatturato annuo di 7 miliardi di euro. In particolare il biodinamico, che sui mercati internazionali del bio è considerato l’ eccellenza, costituisce l’ 8% del fatturato del più grande buyer europeo e il 9% del più grande buyer italiano del bio, a dispetto di un fabbisogno certificato del 20%. Una differenza che indica l’ immenso margine di crescita economica ed occupazionale del settore. Biologico e biodinamico in Italia potrebbero crescere anche di più se si investisse in ricerca e formazione, infrastrutture e azioni di sistema. Eppure ancora aleggiano dei dubbi di non chiara natura (lobby di interessi economici?) attorno all’ universo del Bio. Dubbi che stamane ripropone anche il titolo amletico del Sabato delle Idee: «To Bio or not to Bio?». In realtà cittadini, mercati e agricoltori hanno già risposto positivamente, a loro modo, ai dubbi sul bio: oltre l’ 80% degli italiani sceglie prodotti bio nella propria spesa. Ma non ci potrà essere sviluppo costante e duraturo se il nostro Paese non costruirà certezze normative e strutturali e soprattutto una nuova classe di ricercatori, consulenti e imprenditori, saldamente formati per la produzione agroecologica, biologica e biodinamica, per la governance delle filiere agroalimentari e del territorio. Proprio per queste ragioni quest’ anno a Milano con il Politecnico, il Fai e Demter Italia, il 35esimo congresso dell’ Associazione agricoltura biodinamica, sarà dedicato proprio a ricerca, sviluppo e formazione, con l’ obiettivo di contribuire, con le forze migliori del Paese, ad un’ azione di sistema per una piattaforma ecologica italiana dell’ agroalimentare. Una piattaforma nazionale nella quale proprio le università napoletane potrebbero avere un ruolo nevralgico nella formazione dei futuri manager di un settore che per numeri e opportunità può far ritornare la Campania Felix.

Carlo Triarico * Presidente dell’ Associazione agricoltura biodinamica.

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