“La scienza è unificante, non ha partito e riduce le disuguaglianze”. Finalmente oggi sul Corriere (24 gennaio, pag. 3) la voce saggia di Fabiola Gianotti, direttrice CERN, contrasta la cantilena, cui la gente rischia di credere, che “la scienza non è democratica”. Attenzione però: la scienza avrà le qualità che sapremo conquistargli. L’ottimismo della scienziata, che la scienza produca sempre del bene, rischia di essere ingenuo. Dobbiamo vigilare, perchè la scienza di regime non è democratica, separa, accresce le disuguaglianze. E’ la scienza di regime che legittima le leggi raziali, i brevetti sui semi dei contadini, lo sfruttamento. Scrive Gianotti che a garantirci sul progresso in bene è che la scienza si fonda sui fatti. In realtà la conoscenza e la scienza (che ne è una particolare espressione) non sono garantite dai semplici fatti, ma dal metodo coerentemente ai fenomeni. Il dato, per il semplice essere dato, non è soggetto a limiti. E’ il metodo il punto da curare, saggiamente, col dibattito, duro a volte, accettando che la scienza non è fotocopia del dato, ma un processo che regola proficuamente le controversie intorno ai fenomeni e mette in discussione il proprio metodo. Per questo è libera, non è riservata a una elite, all’autorità, ma accessibile a tutti con regole di qualità e chiare, democratica appunto. Occorre battersi perché non sia occupata da un’economia e una politica che uccidono, anche oggi. Troveremo, dunque, che ogni tempo ha scelto e divinizzato i suoi scienziati di regime, ma il futuro è degli scienziati liberi
La scienza è democratica, o è di regime
Published in Interventi and Primo piano

Storico della scienza e autore di numerose pubblicazioni scientifiche, dopo la laurea in Filosofia e il dottorato in Storia della scienza a Firenze, ho studiato presso le università di Oxford e Berlino; in seguito sono stato ricercatore presso il Museo di Storia della Scienza di Firenze e responsabile della Sezione di Filosofia della scienza dell’Osservatorio Ximeniano. Ho svolto attività di ricerca per il Dipartimento di Biologia animale e genetica dell’Università di Firenze e insegnato Storia della Scienza presso lo Smith College di Boston (USA). Dopo aver approfondito lo studio della Biodinamica, ho praticato tali tecniche amministrando una cooperativa agricola; in seguito sono stato coordinatore,per la Facoltà di Agraria di Firenze della sezione Biodinamica del Master in Agricoltura Biologica e Biodinamica e consulente ARSIA Regione Toscana per l’Agricoltura sociale. Dal 2007 sono consigliere scientifico della Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica. Dal 2009 sono il direttore di APAB, istituto formativo riconosciuto e dal 2011 rivesto la carica di Presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica italiana. Dal 2015 sono Vicepresidente di FEDERBIO (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica) con delega alla formazione.
E’ democratica perchè aperta a tutti. Ma vale la bontà degli esperimenti e dei ragionamenti che li interpretano. Non il numero di chi è favore o a torto. Cioè democratica si, assembleare no.