L'OSSERVATORE ROMANO - martedì 8 e mercoledì 9 novembre 2016
Il fenomeno delle variazioni dei prezzi alimentari sta colpendo le economie contadine, specie nel sud del mondo. Il sud è un bene calpestato. Dotato di terre ricche di risorse e fertili, spesso non assicura nemmeno il necessario per la vita dei suoi abitanti. La Fao segnala da tempo la necessità di un cambio di passo delle politiche agricole e alimentari per la rinascita del sud. Lo sfruttamento dei suoli, il loro accaparramento per produrre biocarburanti, le variabilità dei prezzi del cibo e i cambiamenti climatici sarebbero contenuti se si adottasse un’agricoltura sostenibile dal momento che, sempre secondo la Fao, oggi le pratiche agricole industriali contribuiscono all’effetto serra per oltre il 20 per cento.
In Italia il ministro Martina lancia un new deal per l’agricoltura italiana, indicando l’esempio nella bioagricoltura e l’obiettivo di un’agricoltura 100 per cento sostenibile entro il 2030. Diversi paesi europei si stanno muovendo nella stessa direzione e un grande convegno internazionale programmato a Napoli e a Capua dal 10 al 12 novembre, porterà i protagonisti di questo rinnovamento a dare vita a un laboratorio permanente «Per la rinascita del sud» attraverso l’agroecologia e a promuovere il primo corso di laurea in agricoltura biologica e biodinamica.
Il buon cibo esprime un valore nutrizionale specifico, che sempre più cittadini responsabili accettano di pagare al giusto prezzo, quello che permette all’agricoltore di vivere. Per garantire questo nuovo corso serve introdurre trasparenza nei mercati finanziari che interessano il cibo, occorre mettere gli agricoltori al centro del processo agricolo, sostenere gli agricoltori per migliorare le produzioni con la formazione e la ricerca, creare le aggregazioni tra agricoltori che permettano di rispondere ai cambiamenti.
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