Dal prestigioso Rapporto GreenItaly (Fondazione Symbola – Unioncamere, GreenItaly, 2018) presentato il 30 ottobre 2018, pp. 122-124:
“Una menzione speciale merita lo sviluppo in Italia dell’agricoltura biodinamica, che rappresenta la punta di diamante dell’agricoltura sostenibile. L’agricoltura biodinamica in Italia è cresciuta costantemente negli ultimi anni portando il nostro Paese ad essere il 3° produttore in Europa, dopo Germania e Francia ed il primo esportatore al Mondo. Secondo un’analisi Coldiretti, in Italia le aziende biodinamiche sono raddoppiate dal 2007 al 2017. Ad applicare le metodiche biodinamiche sono almeno 4.500 realtà, ma solo un numero limitato (420 aziende per un’estensione di 12,8 mila ettari coltivati e circa 200 milioni di fatturato) riesce a conseguire la certificazione biodinamica Demeter.
Il biodinamico cresce soprattutto per l’ortofrutta (oggi il 36% della SAU – Superficie agricola utilizzata – biodinamica), nel vitivinicolo (35%) e nel cerealicolo (21%). Le nuove richieste di certificazione biodinamica del primo semestre del 2018 ammontano al 35% del totale dei produttori già certificati. Nello stesso semestre, solo il 10% delle richieste pervenute ha acquisito la certificazione. I disciplinari dell’agricoltura biodinamica costituiscono infatti un’applicazione restrittiva dei regolamenti europei del biologico e solo le aziende di eccellenza riescono ad accedervi. Il numero totale delle sostanze (concimi, ammendanti, antiparassitari e prodotti fitosanitari) ammesse dai disciplinari Demeter sono solo 10, a fronte delle 69 autorizzate nel bio. La vendita di prodotti biodinamici sul mercato del biologico è in proporzione molto maggiore rispetto al numero delle aziende. Le indagini condotte sul consumatore italiano del bio rivelano che il prodotto biodinamico è preferito per le qualità organolettiche, di sicurezza, salubrità e per la fidelizzazione ad un metodo che è portatore di un valore aggiunto in termini di sostenibilità ed eticità. Il mercato dell’ortofrutta biodinamica regge per ora la concorrenza della Spagna (dove la biodinamica è in forte ascesa), grazie alle competenze radicate dall’introduzione della biodinamica in Italia dai primi anni ’30. Per cogliere le tendenze di un mercato estero sempre più competitivo serviranno però investimenti in ricerca e formazione oltre alla valorizzazione della biodinamica nel Piano generale di sviluppo del biologico italiano”
Per il rapporto completo: http://www.symbola.net/assets/files/GreenItaly%2018%20WEB_1540812454.pdf
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